Il vero amore non ha confini…nemmeno linguistici! Oggi Francesca Manicardi ci racconta la sua professione di interprete per matrimoni: una figura fondamentale per le coppie miste o per chi sceglie l’Italia come luogo speciale dove dirsi di sì, ma anche per gli sposi italiani che decidono di celebrare il loro matrimonio all’estero. Dai documenti necessari fino alla traduzione simultanea del rito per poi rimanere con gli sposi anche tutta la giornata, nel caso siano presenti invitati di lingue diverse…quello di Francesca è un lavoro davvero speciale: fare arrivare parole d’amore a qualunque latitudine.
3 domande a Francesca, la wed interpreter
Com’è nata l’idea di trasformare il superpotere del poliglottismo (come affermi su IG) nella professione di Wed Interpreter?
Le lingue e tutto ciò che le circonda mi hanno sempre affascinato e cercare di farne un lavoro era il mio obiettivo. Diventare interprete per matrimoni, come tutte le cose belle, è capitato un po’ per caso: mi è stato proposto da una wedding planner di prendere parte a un’unione civile e simbolica tra due stranieri nelle colline modenesi, vicino alla mia città. Fino a quel momento non mi era mai nemmeno passato per la testa di poter fare una cosa del genere, ma mi piace mettermi alla prova e soprattutto sperimentare cose nuove e così ho accettato.
Quello è stato l’inizio e da allora ho capito le enormi potenzialità del mio lavoro: purtroppo nell’ultimo anno e mezzo le cose si sono un po’ fermate a causa delle limitazioni imposte per contenere i contagi da Covid, ma sono fiduciosa che appena potremo ricominciare in sicurezza, tutto riprenderà come e meglio di prima.
L’Italia è un Paese che ha tanto da offrire e agli occhi degli stranieri ha un fascino irresistibile e ci sono ancora tanti italiani che sognano di sposarsi all’estero, in mete esotiche ma non solo.
Dal mio primo incarico è passato un po’ di tempo e ne sono seguiti diversi altri, grazie alla promozione di questo nuovo ruolo sui social e sul mio sito: molte richieste arrivano proprio da qui.
Sei la prova che l’amore non ha confini, neanche linguistici. Come aiuti concretamente sposi e invitati con il tuo lavoro?
Il ruolo dell’interprete è di base un collegamento tra lingue e culture diverse e aiuta a far comunicare persone che diversamente non riuscirebbero. In Italia è richiesta per legge la figura dell’interprete quando a sposarsi sono persone di cittadinanza diversa da quella italiana: il mio compito in qualità di interprete per matrimonio è quello di affiancare i futuri sposi prima, durante e dopo la cerimonia.
Prima del grande giorno, mi occupo delle pratiche burocratiche con il comune di pertinenza, presto il mio giuramento e all’occorrenza traduco il materiale necessario ai fini legali come certificati di nascita, libretti della cerimonia e altro materiale da presentare in ambasciata.
Il giorno dell’evento sarò al fianco del cerimoniere, di fronte alla coppia di sposi, per tradurre oralmente frase dopo frase ogni formula del rito e gli eventuali interventi da parte degli ospiti e dei testimoni. Mi è capitato anche, in un matrimonio dove non vi era nessuna regia e nessuna wedding planner a coordinare il tutto, di supportare la sposa in un piccolo imprevisto: non mi sostituisco alle figure professionali che si occupano di questo, ma dal punto di vista umano non me la sono sentita di tirarmi indietro. Dopo la cerimonia resto accanto agli sposi e ai loro ospiti nel caso in cui ci siano persone che non parlano la stessa lingua o se sono previsti interventi in lingue diverse.
Come wed interpreter accompagno sia le coppie straniere o miste che decidono di sposarsi in Italia, sia quelle che desiderano celebrare la propria unione all’estero, ma non solo: posso affiancare anche i professionisti del settore, come wedding planner e fornitori di servizi matrimoniali, che devono comunicare con futuri sposi stranieri. Il mio ruolo è molto versatile!
C’è una coppia di sposi che ti è rimasta nel cuore e di cui vorresti raccontarci?
Tutte le coppie che ho affiancato negli ultimi anni mi sono rimaste nel cuore, chi per l’imprevisto last minute, chi per la dolcezza, chi per abiti e location mozzafiato. I primi sposi in assoluto che ho affiancato hanno però un posto speciale: in quell’occasione in realtà il mio ruolo è stato leggermente diverso, perché mi venne chiesto non di tradurre, ma di celebrare il loro matrimonio. Ricordo che sotto un piccolo gazebo addobbato con tantissimi fiori ho visto nella realtà tutto quello che ho sempre ammirato: due mondi diversi e lontani geograficamente – lui asiatico e lei svedese-croata, entrambi trapiantati in Germania – che si univano. In più mi ero sposata da meno di un anno, per cui ho rivissuto tutte le emozioni intense del giorno del mio stesso matrimonio, sommate al piacere di provare un’esperienza nuova e ad una leggera ansia da prestazione al pensiero dell’enorme responsabilità che mi sentivo di avere. Con quella coppia di ragazzi che tra tutte le mete del mondo hanno scelto le colline della mia città mi sento ancora oggi; qualche tempo fa mi hanno scritto, come si fa ad un’amica lontana, per raccontarmi del loro ultimo progetto, da poco realizzato: quello di allargare la famiglia. Essere una wed interpreter è molto emozionante e un ruolo carico di responsabilità, ma permette anche di creare bellissimi rapporti che vanno oltre il semplice servizio di interpretariato.